“Gli uomini camminano sempre meno, sono diventati sgraziati, si muovono curvi sui loro telefonini, hanno il collo storto per l’abuso del computer, lo stomaco contratto dallo stress e la testa piena di segnali e rumori di fondo.
Un indonesiano, o un etiope, cammina in modo più nobile e felpato di noi, e quando porta un bagaglio in equilibrio sul capo mostra un andatura eretta e sinuosa che noi abbiamo perduto da un secolo….”.
Un indonesiano, o un etiope, cammina in modo più nobile e felpato di noi, e quando porta un bagaglio in equilibrio sul capo mostra un andatura eretta e sinuosa che noi abbiamo perduto da un secolo….”.
scrive così Paolo Rumiz nel libro “A piedi”.
Per imparare nuovamente a camminare non serve una particolare competenza. Basta schiodarsi dalla pigrizia della nostra routine, divano, ufficio, macchina, lavoro e abbandonarsi ai flussi della natura e del nostro corpo e…. passo dopo passo, scoprire quello che da sempre sappiamo che la terra è fatta più per i piedi che per gli pneumatici.