Questa veglia è stata programmata il sabato antecedente il Santo Natale 2003. Le 4 squadriglie, come i Re Magi, sono partite da luoghi diversi del territorio cittadino, avvicinandosi alla meta finale: la Chiesa di Casaranello, attraverso le diverse stelle proposte di volta in volta dai Capi che hanno offerto agli EG profondi spunti di riflessione…..
Prologo
(letto dal capo prima della partenza)
L’eterno è diventato temporale, il Dio assiso sulla tempesta diviene Emmanuele, il “Dio con noi”.
Perché questo avvenga davvero andiamo alla ricerca di un dio bambino, un Dio che sia possibile cullare, una parola che ci rassicuri, in questi momenti di fatica anche fisica che ci mettono alla prova e ci fanno sperimentare il limite.
“La Parola eterna di Dio è stata un tempo un bambino e, perciò, è rimasta sempre un bambino.
Divenne figlio di uomo, perché non fu mai e non sarà mai altro che il bambino eterno del Padre. E poichè una volta è stato figlio di uomo, può sempre di nuovo manifestare la sua eterna infanzia in una forma umana, comprensibile agli uomini.
Tenteremo dunque di fare spazio a questa parola-bambino che chiede di essere accolta e custodita, adorata e coccolata. Ascoltata ed amata nella sua piccolezza e debolezza. Lo faremo seguendo il percorso dei Magi, coloro che per primi affrontarono le fatiche di un viaggio per incontrare l’Emmanuele = “IL DIO CON NOI”
Personalmente, lungo le “stelle” che incontreremo lungo il cammino, meditare e conservare nel proprio cuore almeno una “particola di riflessione”, al fine di condividerla con tutti al momento del bisogno.
Buona caccia
Prima Stella
Mt 2,1 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo».
L’immagine della stella è presente nella scrittura in molti luoghi, uno in particolare ci aiuta a leggere questa prima tappa:
Numeri 24,17 Io lo vedo, ma non ora,
io lo contemplo, ma non da vicino:
Una stella spunta da Giacobbe
e uno scettro sorge da Israele,
spezza le tempie di Moab
e il cranio dei figli di Set
La stella avverte i magi della presenza del Re, lo vedranno, contempleranno il suo volto. Ma non subito, li attende un viaggio.
Particole di riflessione:
Quali persone sono state, nella mia vita, le stelle che, sorgendo, sono state segno della presenza di Dio? Facciamo memoria di quei volti e di quelle circostanze in modo che tornino a scaldare il nostro cuore, tornino a brillare in questo momento nel nostro cammino.
Quello che stiamo compiendo è un viaggio, così come un viaggio è la nostra vita ed il nostro cammino di fede. Non avere timore di essere nel buio, non avere timore dell’aridità della preghiera o della fatica nel credere. Ciò che conta è tenere viva la domanda: dove è il re dei Giudei che è nato? Tenere vivo il desiderio di vederlo faccia a faccia. Proviamo dunque a togliere di mezzo tutto quegli inciampi, quelle paure di non essere in grado di credere, di non essere degni dell’amore di Dio, di non essere noi coloro che sono chiamati. Stiamo andando incontro ad un bambino. Come è possibile avere timore di un bambino?
Seconda Stella
All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia
L’incontro con il fatto della fede genera sempre turbamento, desideriamo saperne di più, desideriamo sapere dove trovare il Re.
Osea 2,16 Perciò, ecco, la attirerò a me,
la condurrò nel deserto
e parlerò al suo cuore.
L’uomo spirituale sa che vi è un luogo dell’incontro con Dio, il luogo dove egli lo può vedere faccia a faccia: il cuore. Il nostro viaggio è soprattutto un viaggio al cuore di noi stessi, al centro del nostro profondo più intimo ove si odono i vagiti di quel bimbo che cerchiamo.
Particole di riflessione:
Cosa custodisce il mio cuore in questi giorni? Quali pensieri, persone, eventi lo abitano? Il cuore dell’uomo è un abisso che, paradossalmente, è facilmente colmabile di molte cose, persone, desideri. Alla luce della stella quanto di tutto questo è, in realtà, peso inutile,massa che soffoca? Cosa, invece, lo rende bello e luogo accogliente?
Spesso sentiamo la necessità di un ritorno in noi stessi, di entrare nell’intimo del nostro cuore. Ma come è possibile farlo davvero? Il profeta Osea ci rivela la strada che è quella che stiamo percorrendo: farsi attirare dal Signore. Trovare Dio è trovare le profondità di noi stessi. Trovare il Suo cuore è trovare il nostro cuore. Tutto ciò che riguarda Dio riguarda in primo luogo l’uomo. Sperimenta la preghiera del cuore:Vieni Signore Gesù figlio del Dio vivo
Terza Stella
Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele».
Concludiamo la prima parte del nostro cammino con la rivelazione del luogo: Betlemme, piccola città agli occhi degli uomini, ma grande nei pensieri di Dio. Ritorna un motivo ricorrente del dialogo tra Dio e l’uomo, ciò che è sintetizzato dal passo del libro di Samuele:
1° libro di Samuele 15, 7 Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore.
Non conta, dunque, chi tu sia o non sia agli occhi del mondo, conta l’apertura del tuo cuore, conta quanto permetti che risuoni nel profondo del tuo essere la voce di Dio. Ora conosci il segreto, così come i magi. Colui che salva, il bambino di cui siamo alla ricerca , è custodito anche nel tuo cuore, non conta il passato, conta il tuo oggi ed il tuo domani, conta la disposizione del tuo cuore.
Particole di riflessione:
In quest’ultima tappa del cammino di questo giorno lasciamoci abbracciare dall’amore di Dio che non rifiuta di farsi trovare anche nel nostro cuore benchè non sia pronto, benchè non sia sempre accogliente. Lasciamoci accarezzare dal sorriso di Dio e semplicemente ringraziamolo lodando il suo nome, come fece Maria, per le grandi cose che ha fatto nel mondo ed in ciascuno di noi. Continua la preghiera del cuore, in coro con la Vergine, dicendo
L’anima mia magnifica il Signore
Quarta Stella
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udite le parole del re, essi partirono.
Alla ripresa del nostro cammino siamo incontriamo con un momento cruciale. Quello della tentazione più terribile: pensare di essere già giunti alla meta. Erode sa, pensa di sapere, e non si reca dal bambino, manda i magi.
Matteo 8, 28-29 due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. Cominciarono a gridare: «Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?
Una delle tentazioni più sottili nel cammino verso il Cristo è quello di pensare di essere “arrivati” per il solo fatto di conoscere la vicenda di Gesù od i precetti della Chiesa. Anche i demoni riconoscono il Cristo, ma non per questo vivranno con Lui nella gloria del Paradiso.
Particole di riflessione:
Così come il nostro cammino è avuto inizio con la memoria della stella allo stesso modo esso deve proseguire nella memoria costante della nostra debolezza. Non perché essa ci avvilisca, ma perché ci mantenga desti ed in costante ascolto del Signore che chiama. Non siamo ancora giunti al volto del Signore Gesù, siamo sempre in cammino. E’ il momento della decisione, il momento della “rabbia” giusta che ci fa abbandonare con decisione l’uomo vecchio e ci spinge alla conversione profonda. Noi non manderemo altri, non questa volta, ma saremo noi a portare a termine il viaggio consapevoli che è quando siamo deboli che siamo forti.
Quinta Stella
Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono.
Siamo giunti alla meta, la stella che ci ha guidato ci porta al Bambino ed alla Madre. Non è una semplice icona, ma è un incontro vivo e reale che possiamo sperimentare nella gioia ogni giorno della nostra vita.
Luca 2,19 Maria, da parte sua, serbava tutte queste
cose meditandole nel suo cuore.
Viviamo in questi giorni momenti forti, di particolare grazie, in cui il cammino di conversione e di avvicinamento al Signore è più semplice. Come fermare il tempo? Come far sì che il temporale si fissi per sempre nell’eterno?
Particole di riflessione:
Maria è il modello a cui attingere per l’incontro con il Bambino. Lei per prima si prese cura di Lui, Lei per prima ed in modo ineguagliabile, permise che il Verbo divenisse carne. Tutto questo fu possibile perché Ella serbava tutte queste cose nel suo cuore. Qui è il segreto della quotidianità spirituale di ogni cristiano. Conservare nel proprio cuore il Bambino. Nutrendo il proprio cuore della Parola e dell’Eucarestia.
Sesta Stella
Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
L’ultima tappa è la sosta di fronte al Bambino: sosta nella quale deponiamo ai suoi piedi tutto della nostra vita e della nostra umanità per ricevere, in cambio, il TUTTO che fa della nostra vita e della nostra umanità la pienezza del nostro essere.
Galati 2,20 Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Così come all’offertorio vengono portati i doni nel medesimo modo deponiamo spiritualmente la nostra vita, le nostre speranze, le nostre incertezze, le nostre paure, i nostri progetti affinchè vivano solo di Cristo ed in Cristo.
Particole di riflessione:
Il passaggio più difficile perché l’incontro con Gesù sia autentico e profondo è l’abbandono fiducioso dei propri desideri più profondi. In quest’ultimo tratto di strada cerchiamo nelle profondità del cuore i desideri più nascosti, quelli più intimi e con verità e sincerità deponiamoli ai piedi del Bambino. Alla Sua luce facciamo verità su di essi e verifichiamo quali resistono al Suo sguardo puro ed innocente. I desideri che sono anche desideri di Dio, per quanto possano essere grandi e lontani hanno la garanzia di avere la Sua benedizione e la Sua assistenza. Cerchiamoli con cura, scegliendo i fiori più belli, i dolci più belli da deporre nelle mani del Bambino.
I Capi fanno entrare in Chiesa le varie Sq. che man mano arrivano facendo in modo di far sedere i singoli ragazzi abbastanza distanti fra loro
Epilogo
Affidiamo le nostre ultime riflessioni ad una immagine, quella grotta, quell’ambiente povero dove Gesù nascerà.
Questo luogo dimostra che Egli è piccolo e fragile, così come la nostra fede, ma tiene in mano il destino del mondo, destino che è inscindibilmente legato con la croce.
La Croce, a conclusione del nostro itinerario, è la chiave che apre il nostro cuore ed il cuore di Dio.
Misteriosamente ma efficacemente, è solo abbracciando la croce che è possibile abbracciare il Bambino.
Non la croce cercata ma la croce accettata.
La Parola è esigente e chiede che l’uomo vecchio muoia perché l’uomo nuovo fiorisca, perché il cuore di pietra diventi cuore di carne.
Questa morte è la morte dell’orgoglio, la morte dell’autosufficienza, la morte della paura e del non senso.
Questo luogo sacro chiede di abitare il nostro cuore senza compromessi, chiede spazio e tempo, chiede di diventare il centro della nostra vita.
Solo così la nostra stessa vita avrà il suo senso vero e decisivo.
CANTO: TE, AL CENTRO DEL MIO CUORE
* preghiera
Dio della vita, Dio, sorgente zampillante di vita,
Dio dei nostri sogni, della nostra idealità, dei nostri progetti;
Dio che mi chiami a te,
Dio che sei la fonte della verità che io cerco:
guarda e vedi la fragilità della mia fede.
Sono polvere che ogni dubbio agita e solleva.
Sei in mezzo a noi, sì o no?
Sei vicino a me sì o no?
Rispondi! Sono povero perché manco di te,
sono povero perché non ti possiedo.
Solo la fede ti possiede. Rispondi!
Sii roccia per la mia polvere,
sii acqua per la mia aridità,
sii guida per le mie difficoltà,
sii entusiasmo per i miei sogni…
* racconto. I Capi chiamano uno ad uno i singoli lettori spiegando al momento i brani da leggere
* ascoltiamo la Parola
Lc 2,1-20
NARRATORE (Letizia)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2 Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3 Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4 Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5 per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6 Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. 8 C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.
Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10 ma l’angelo disse loro:
ANGELO (Gabriele)
«Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11 oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12 Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».
NARRATORE (Letizia)
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:
2 ANGELI (Giuseppe e Valeria)
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».
NARRATORE (Letizia)
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro:
POPOLO (4 Capi R.)
«Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
NARRATORE (Letizia)
Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19 Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. 20 I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:
MAGI (Giovanni + Mauro + Patrick)
«Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo».
NARRATORE (Letizia)
All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. 5 Gli risposero:
SACERDOTI (Matteo e Roberto)
«A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
POPOLO (4 Capi R.)
E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.
NARRATORE (Letizia)
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviò a Betlemme esortandoli:
ERODE (Giacomo)
«Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
NARRATORE (Letizia)
Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10 Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12 Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
* canto . STELLA DEL MATTINO
* preghiera
CHIARA
Ma Dio dov’è?
Io non l’ho mai visto! …
GIUSEPPE
Eppure ti sei trovato tante volte insieme ai bambini.
Era lì in mezzo, forse uno di loro.
Era il bambino malato o il bambino che giocava
a palline di vetro.
FEDERICA D.V.
Ma Dio dov’è?
Io non l’ho mai toccato! …
GABRIELE
Eppure ti è capitato tante volte di baciare
o di stringere la mano a qualcuno.
Era lì in quel bacio, in quella stretta di mano,
anche se quella mano era di un bambino
che poco prima ti aveva tirato un sasso.
SILVIA
Ma Dio dov’è?
Io non l’ho mai sentito! …
VALERIA
Eppure hai ascoltato tante volte la voce degli altri.
Era lì in quella voce, nella voce del bimbo
che squillava come una tromba
per farsi ascoltare,
o in quella di un vecchio che non arriva più
agli orecchi della gente.
Era nella voce che piangeva.
Era nella voce che rideva.
GIUSEPPE + GABRIELE + VALERIA
Perché Dio è la pena degli altri
che diviene mia, tua, nostra,
e la gioia di uno,
che diventa la gioia di tutti.
* segno:
ognuno si alza (chiamato per nome) e depone il proprio segno sull’altare, spiegandone il significato, rimanendo unito al gruppo dei lettori.
* canto: FRATELLO SOLE, SORELLA LUNA
commento finale sulle particole di riflessione in quanto difficili da meditare lungo le distrazioni provocate dalla strada. Forse qualcuno dei presenti le ha rivissute in questo momento di preghiera come un’eco che rimbalza nel cuore, nel proprio intimo.
Per parlare direttamente con Dio, c’è allora bisogno di maggiore intimità con lui….. Prepariamo dunque la strada che conduce al Signore con una giusta confessione ed una sentita comunione.
preghiera finale (il cerchio si stringe ancor di più, prendendosi per mano)
canto: Padre Nostro
Non statevene li, fuori, a guardare…
entrate!!!!!
E’ nato per davvero….
BUON NATALE